L’installazione ha una forma scarna ed essenziale, che si rifà al mondo industriale. E’ costituita da un tavolo di ferro, sul quale sono inserite due pulegge ed una catena motorizzate. Sulle pulegge gira una lama di carta, mentre sulla catena sono fissati alcuni supporti cilindrici che servono per sostenere in verticale dei fiori. La catena si muove lentamente e inesorabilmente verso la lama di carta, conducendo un fiore dopo l’altro verso la decapitazione e, quindi, verso un’inevitabile omologazione.
All’entrata della mostra viene distribuito un fiore reciso ad ogni visitatore, il quale sarà chiamato a interagire con l’installazione, partecipando in tal modo al processo creativo-distruttivo. L’opera invita lo spettatore a osservare la tensione tra ordine e disgregazione e a prendere parte a una dinamica implacabile ma esteticamente poetica, stimolando una riflessione sul controllo e l’ineluttabilità, sulla separazione fisica ed emotiva.